sabato 20 luglio 2024

L'Artemision

 Il tempio di Artemide o Artemísion era un tempio ionico che sorgeva a Efeso in Asia Minore ed era considerato una delle sette meraviglie del mondo antico. L'edificio sacro sorse a partire dalla seconda metà dell'VIII o del secondo quarto del VII secolo a.C., quando venne eretto un periptero con cella in pietra. Questo primo tempio venne ricostruito verso la fine del VII secolo a.C. di dimensioni maggiori, ma in forma di una cella priva di tetto e non più circondata da un colonnato. Nel 580-560 a.C. venne costruita una grande struttura in asse con il tempio, interpretato in origine come un secondo tempio ("Hekatompedos") e più recentemente come un altare monumentale.


Il tempio venne distrutto il 21 luglio 356 da un certo Erostrato, che motivò il suo folle gesto con la volontà di essere ricordato nei secoli. Si racconta che l'Artemision bruciò la stessa notte in cui la regina Olimpiade di Macedonia partorì suo figlio Alessandro e che la dea Artemide fosse troppo occupata ad assistere alla nascita del futuro conquistatore per salvare il proprio tempio dal fuoco. Al di là delle leggende è certo che lo stesso Alessandro Magno quando nel 334 a.C. si trovò a passare da Efeso nel corso della sua campagna in Asia propose agli abitanti di finanziarne la ricostruzione. Tuttavia gli efesini rifiutarono.
La ricostruzione, finanziata dalle donazioni dei cittadini, fu completata nella prima metà del III secolo a.C. secondo gli Atti degli Apostoli nei primi decenni del I secolo d.C. San Paolo visitò la città di Efeso durante uno dei suoi numerosi viaggi missionari entrando in polemica con i mercanti che vendevano statuette di Artemide.
Con la progressiva diffusione della nuova fede cristiana il tempio cadde in rovina e i suoi marmi furono reimpiegati per la costruzione della chiesa di San Giovanni a Efeso e della basilica di Santa Sofia a Costantinopoli.

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