domenica 2 giugno 2024

LA GROTTA SANT'ANGELO di RIPE DI CIVITELLA




Ci sono luoghi vicini a dove si abita che hanno un'importante valenza storica, artistica o naturalistica, ma non vengono visitati per pigrizia o perchè se ne ignorano l'esistenza.
E' il caso delle circa quaranta grotte o caverne di Ripe, piccola frazione del comune di Civitella del Tronto (TE), con pochi abitanti ma immersa nella vegetazione del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e delle Gole del Salinello. Queste, sono un grande canyon scavato dall'acqua del fiume Salinello, nel corso dei millenni, tra i Monti Gemelli (Montagna di Campli e Montagna dei Fiori): il Foltrone, di 1720 m., e il Girella, di 1814 m.
Tra queste grotte, la più importante è la Grotta Sant'Angelo.
Fu scoperta alla fine del XIX secolo dallo studioso di Castelli Concezio Rosa ed oggetto di scavi degli archeologi dell'Università di Pisa negli anni sessanta del XX secolo, con reperti del periodo Paleolitico superiore (10.000 anni a.C.), del Neolitico (V millennio a.C.), del Bronzo medio (metà del II millennio a.C.), fino all'età del ferro (I millennio a.C.).
Del periodo Paleolitico, sono stati trovati utensili di pietra come punteruoli, grattatoi, lame, resti faunistici dell'orso delle caverne, dello stambecco e del camoscio; del periodo neolitico, oggetti in ceramica decorati e dipinti; del periodo del bronzo medio sono stati trovati molti oggetti in ceramica e le fossette votive.
Superata la chiesa di San Pietro a Ripe, lasciata l'auto nell'area attrezzata, si prosegue a piedi su un facile sentiero per 650 metri e dopo 10 minuti circa si giunge sotto la parete rocciosa con le grotte.
Tramite una passerella in metallo si accede, attraverso un portale di pietra, alla Grotta Sant'Angelo, a circa 600 metri s.l.m.
Dopo uno stretto corridoio, si apre la cavità molto grande della grotta naturale, con una larghezza ed altezza di circa trenta metri e una profondità di quindici. All'interno, sulla sinistra, c'è un'altra piccola caverna chiamata Grotta Oscura.
Proprio davanti l'ingresso di quest'ultima, sono state scoperte delle piccole buche di palo e, vicina a queste, una fossa circolare poco profonda circondata da altre nove buchette con i resti bruciati di cereali. Si tratta di un rito agrario all'interno della grotta del periodo del Bronzo (metà II millennio a.C.).
Sul lato destro dell'ingresso si apre una grande finestra naturale, che illumina perfettamente la grotta, ed alla quale si arriva tramite una scalinata in pietra.
Durante il medioevo, conseguentemente al culto di origine longobardo di San Michele Arcangelo, loro protettore, dal Gargano si diffuse anche nell'Appennino, grazie ai pastori transumanti, il romitaggio nelle grotte in onore del santo.
Nel XIII secolo nella grotta di Ripe si insediarono gli eremiti ed il luogo prese il nome di Eremo di San Michele Arcangelo, come è chiamato ancora oggi.
Dell'eremo, sono conservati: l'altare in pietra che, sul bordo frontale della lastra del piano, reca inciso la data MCCXXXVI-VI KALENDAS IULII - MAGISTER PETRUS SOLITI; l'altare a muro, alto circa quattro metri, con un dipinto di San Michele Arcangelo; un crocifisso e la pavimentazione in lastre multiforme di pietra.
Usciti dalla grotta principale si sale ad una più piccola adibita a eremo: ci sono una cucina, i resti di opere murarie e della bocca di un forno su un muro annerito dal fumo e ricoperto da tanti graffiti. Tramite un grande finestrone ad arco si domina il bellissimo panorama delle Gole del Salinello.
Tornati all'esterno, scendendo per un sentiero, dopo circa trenta minuti di cammino si arriva al fiume Salinello, che nel Neolitico scorreva leggermente sotto la grotta, mentre ora è molto più in basso.
📷 e testo Paolo De Gregoriis 18/05/2024
Fonti: Documentazione in loco; Paesi Teramani.

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