di Laura Larcan
«Immaginate quale impressione poteva suscitare negli spettatori la visione dell’imperatore Augusto che, nel momento esatto di varcare la soglia del Pantheon, veniva illuminato dai raggi del sole come da un riflettore di scena!».
È Eugenio La Rocca, storico sovrintendente ai Beni culturali del Comune di Roma (da quando era sindaco Francesco Rutelli fino al sodalizio con Walter Veltroni), nonché professore ordinario de La Sapienza e curatore della mostra blockbuster «Augusto» alle Scuderie del Quirinale, a svelare i retroscena di uno spettacolo astronomico unico. Uno show ben congegnato, su progetto del primo imperatore di Roma, e che si manifestava in un solo giorno dell’anno. Ma non una data qualsiasi (perché nulla nelle imprese architettoniche e urbanistiche della Roma antica è lasciato al caso).
Bensì, il 21 aprile, a mezzogiorno. Coordinata emblematica che rimanda al Natale di Roma, la fondazione della città eterna per volere di Romolo. Fino ad oggi la cupola mozzafiato del Pantheon (monumento eretto sotto Augusto, poi ricostruito da Adriano nella prima metà del II sec. d.C.) ha stimolato fior di studi, ma anche innumerevoli leggende e curiosità legate al suo «oculo», quell’unica finestra circolare (del diametro di nove metri) che si apre al centro della cupola titanica. Ebbene questo «opaion» (per dirla con gli antichi) ha un significato archeo-astronomico ben preciso che è stato ricostruito e documentato da La Rocca, mettendo in relazione per la prima volta una serie di fonti con recenti scoperte archeologiche. Lo studio è stato presentato ieri nel corso di una conferenza presso la Biblioteca Vallicelliana dal titolo «Augusto nel Campo Marzio settentrionale».
LA PORTA DI BRONZO
«I raggi del sole, fluendo dall’oculo, colpiscono tuttora le pareti del tempio proprio come un riflettore di scena, scandendo il passare delle stagioni ed evidenziando in determinati giorni e in determinati orari le edicole e le esedre - racconta La Rocca - Ma la fascia luminosa si dirige e colpisce perfettamente la porta d’ingresso del Pantheon nel giorno del 21 aprile, la nascita di Roma: a mezzogiorno esatto, il faro di luce centrava, e centra ancora oggi, l’ingresso del tempio». Che fosse un fenomeno solare legato ad Augusto lo confermano le recenti scoperte, nell’area antistante il Pantheon, delle originarie scale del tempio di età augustea: «Questi reperti testimoniano che il Pantheon rifatto da Adriano, cioè quello che vediamo oggi, ha preservato l’orientamento verso Nord - riflette La Rocca - E sempre dell’edificio augusteo conserva anche la monumentale porta di bronzo. Pertanto ci sono tutte le motivazioni per supporre che il fenomeno dei raggi solari riguardasse anche il Pantheon di Augusto, eretto com’è noto da Agrippa amico e genero di Augusto, che dovremo immaginare di conformazione simile, anche se di struttura meno complessa, ma con la stessa tipologia della facciata». E perché questa mise-en-scène? «È il programma politico di Augusto - evidenzia La Rocca - restituire la sua figura come nuovo fondatore della città, nel segno della pace». Un autentico «teatro solare».
Bensì, il 21 aprile, a mezzogiorno. Coordinata emblematica che rimanda al Natale di Roma, la fondazione della città eterna per volere di Romolo. Fino ad oggi la cupola mozzafiato del Pantheon (monumento eretto sotto Augusto, poi ricostruito da Adriano nella prima metà del II sec. d.C.) ha stimolato fior di studi, ma anche innumerevoli leggende e curiosità legate al suo «oculo», quell’unica finestra circolare (del diametro di nove metri) che si apre al centro della cupola titanica. Ebbene questo «opaion» (per dirla con gli antichi) ha un significato archeo-astronomico ben preciso che è stato ricostruito e documentato da La Rocca, mettendo in relazione per la prima volta una serie di fonti con recenti scoperte archeologiche. Lo studio è stato presentato ieri nel corso di una conferenza presso la Biblioteca Vallicelliana dal titolo «Augusto nel Campo Marzio settentrionale».
LA PORTA DI BRONZO
«I raggi del sole, fluendo dall’oculo, colpiscono tuttora le pareti del tempio proprio come un riflettore di scena, scandendo il passare delle stagioni ed evidenziando in determinati giorni e in determinati orari le edicole e le esedre - racconta La Rocca - Ma la fascia luminosa si dirige e colpisce perfettamente la porta d’ingresso del Pantheon nel giorno del 21 aprile, la nascita di Roma: a mezzogiorno esatto, il faro di luce centrava, e centra ancora oggi, l’ingresso del tempio». Che fosse un fenomeno solare legato ad Augusto lo confermano le recenti scoperte, nell’area antistante il Pantheon, delle originarie scale del tempio di età augustea: «Questi reperti testimoniano che il Pantheon rifatto da Adriano, cioè quello che vediamo oggi, ha preservato l’orientamento verso Nord - riflette La Rocca - E sempre dell’edificio augusteo conserva anche la monumentale porta di bronzo. Pertanto ci sono tutte le motivazioni per supporre che il fenomeno dei raggi solari riguardasse anche il Pantheon di Augusto, eretto com’è noto da Agrippa amico e genero di Augusto, che dovremo immaginare di conformazione simile, anche se di struttura meno complessa, ma con la stessa tipologia della facciata». E perché questa mise-en-scène? «È il programma politico di Augusto - evidenzia La Rocca - restituire la sua figura come nuovo fondatore della città, nel segno della pace». Un autentico «teatro solare».
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