Ispirato da J. L. Borges, il Labirinto della Masone – straordinario parco culturale con il più grande labirinto al mondo di bambù - è entrato a far parte ufficialmente dal 1 gennaio 2015 del circuito dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza. E' un parco culturale progettato da Franco Maria Ricci con gli architetti Pier Carlo Bontempi e Davide Dutto e ospita spazi culturali per più di 5.000 metri quadrati, destinati alla collezione d’arte di Franco Maria Ricci (circa 500 opere dal Cinquecento al Novecento) e a una biblioteca dedicata ai più illustri esempi di tipografia e grafica.Il Labirinto della Masone con pianta a stella copre 7 ettari di terreno ed è realizzato interamente con piante di bambù di specie diverse. Aprirà al pubblico il prossimo maggio.
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Franco Maria Ricci
PERCHÉ UN LABIRINTO
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Da sempre i Labirinti mi affascinano. Insieme ai Giardini, sono tra le fantasie più antiche dell’umanità. Il Giardino, o Eden - così bello che Adamo ed Eva, freschi di creazione, continuavano a stropicciarsi gli occhi - incarna l’innocenza e la felicità; il Labirinto è, invece, una creazione del Potere e una fonte di turbamenti. Riflette la perplessa esperienza che abbiamo della realtà.
Sognai per la prima volta di costruire un Labirinto circa venti anni fa, nel periodo in cui, a più riprese, ebbi ospite, nella mia casa di campagna vicino a Parma, un amico, oltreché collaboratore importantissimo della casa editrice che avevo fondato: lo scrittore argentino Jorge Luis Borges. Il Labirinto, si sa, era da sempre uno dei suoi temi preferiti; e le traiettorie che i suoi passi esitanti di cieco disegnavano intorno a me mi facevano pensare alle incertezze di chi si muove fra biforcazioni ed enigmi. Credo che guardandolo, e parlando con lui degli strani percorsi degli uomini, si sia formato il primo embrione di questo mio progetto.
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Com’è noto, quando fece costruire il suo Labirinto, che era una prigione, Minosse nutriva intenzioni cupe e crudeli; io immaginai un equivalente addolcito, che fosse anche un Giardino, dove la gente potesse passeggiare, smarrendosi di tanto in tanto, ma senza pericolo. La passione per il bambù - questa pianta elegantissima, ma così poco utilizzata in Occidente, e specialmente in Italia - mi suggerì la materia prima ideale. Da allora, e soprattutto negli ultimi anni, l’impresa ha assorbito la maggior parte del mio tempo.
Quando nacque, il progetto aveva un carattere abbastanza personale e capriccioso. Sulle terre che avevano nutrito, e un po’ anche arricchito, la mia famiglia, volevo lasciare una traccia di me - come il gentiluomo Vicino Orsini, che tradusse le sue fantasie solitarie nel Parco dei Mostri, a Bomarzo.
Col passare del tempo quell’idea primitiva si è in gran parte trasformata. Forse è colpa dell’età, ma ormai penso al Labirinto di Bambù soprattutto come a un lascito - a un modo di restituire, a un lembo di Pianura Padana che comprende Parma, il suo contado e le città vicine, una parte almeno del molto che mi ha dato.
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Accanto al Labirinto sorgeranno un Museo, una Biblioteca, una Scuola, un Archivio, e strutture turistiche che assicureranno, tanto all’Internazionale dei Colti e dei Curiosi quanto alla gente del luogo, specialmente ai giovani, accoglienza e occasioni di svago, di informazione e di ispirazione, nel segno della Civiltà, dello stile e del comfort. E poi, ovviamente, ci sarà il labirinto di bambù; la superficie che copre è di circa otto ettari, e i percorsi si sviluppano per più di tre chilometri. Si tratta del più grande labirinto al mondo, almeno per ora, e anche una delle più vaste piantagioni di bambù, almeno in Europa.
Franco Maria Ricci - Il Labirinto della Masone ::: Ricci Editore ::: Introduzione
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