SICCITÀ, I RITI PER INVOCARE LA PIOGGIA
"I rituali per impetrare la pioggia sono particolarmente diffusi in
Italia perché noi veniamo da una tradizione agricola dove la pioggia era
essenziale per l'economia della società e quindi garantiva la
sopravvivenza - spiega all'Adnkronos l'antropologo e professore Luigi
Maria Lombardi Satriani - Questo è testimoniato ad esempio dalla forte
carica di attrazione che hanno i rituali dell'Assunta, i rituali dei
battenti di Guardia Sanframondi, nel Sannio".
Si tratta di "una società a forte economia vinicola dove un lungo
periodo di siccità può portare alla morte di questa economia". Quindi la
società si tutela così: "Ogni 7 anni la Madonna esce dalla chiesa
dinanzi alla quale centinaia e centinaia di persone aprono una pettorina
e si percuotono con delle spille, con un 'cardo', un sughero nel quale
sono stati conficcati o pezzetti di vetro o spilli".
I battenti accompagnano con il sangue versato tutto l'itinerario della
processione. "Io ho seguito questa processione e ho visto che il numero
dei battenti cresceva nel tempo e c'è una spiegazione - dice Lombardi
Satriani - Il fedele che si batte offre alla Madonna il bene più
prezioso che ha, cioè la propria vita, e la vita è possibile finché
pulsa il sangue nelle vene. Se io simbolicamente verso il sangue, verso
la mia vita, offro alla Madonna la mia vita in cambio della
sopravvivenza che lei mi può garantire facendo piovere". E' importante
sottolineare che "il singolo battente e tutti i suoi compagni così
facendo non chiedono la salvezza individuale ma per tutta la comunità".

Analogamente accade il Venerdì Santo, in occasione della processione del
Cristo Morto, con i rituali di autoflagellazione in Calabria. "A Nocera
Terinese, per esempio, nel Lametino, o a Verbicaro, in provincia di
Cosenza - dice Lombardi Satriani - Le persone si percuotono a lungo le
gambe e le cosce con questo 'cardo' dinanzi alla statua della Madonna".
Questo avviene per chiedere la pioggia e la protezione. "Il lametino è
una zona con forte economia vinicola" evidenzia. Di qui l'importanza di
non andare incontro a un periodo di siccità.
Da rilevare che "in tutti questi casi troviamo l'elemento del sangue e
del sacrificio, come anche in una serie di rituali extra-europei in cui
si uccide un animale e si sparge il sangue sull'ara. Pensiamo ad esempio
agli antichi sacrifici in nome degli dei aztechi". Qualche anno fa,
ricorda ancora il professore, "a Milano dopo una lunghissima stagione di
siccità ci fu una processione per impetrare la pioggia. Rituali che
sembrano solo legati a una dimensione arcaica sono talmente presenti
nella memoria collettiva che poi quando occorre emergono. Le cose che
crediamo superate si inabissano nella memoria e poi emergono".
"Tutti i riti legati alla pioggia, i riti di fecondità cominciano con
l'apparire delle prime società agricole, quando l'uomo si stabilizza e
diventa agricoltore. E' in quel momento che si accentua la sua
dipendenza nei confronti della natura. I riti si affermano dunque con la
sedentarizzazione, la fine del nomadismo" spiega all'Adnkronos Roberta
Rubino, dottore in Antropologia all'Ecole des Hautes Etudes en Sciences
Sociales di Parigi. Ecco che "dove c'è agricoltura, c'è rito. Più è alta
la dipendenza dell'uomo dalla natura più i mezzi ricercati per
apprendere i favori della natura si moltiplicano" sottolinea la
studiosa.
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