lunedì 27 gennaio 2020

La chiesa di Nôtre-Dame de Marceille e la Madonna Nera


Citata in un capitolo intero del saggio "La Vraie Langue Celtique" di Henri Boudet, un testo per molti versi enigmatico che fa parte della complessa mitologia che si è sviluppata attorno all'abate Sauniere ed all'affaire di Rennes-le-Château, la cittadina di Limoux sorge nel dipartimento dell'Aude, tra verdi vallate, attraversate dal fiume omonimo, e rigogliosi vigneti, destinati alla produzione vinicola. Qui, infatti, viene prodotto il rinomato "Blanquette de Limoux", delicato spumante annoverato nel gruppo dei cosiddetti "Vins de Pays Cathare", prodotti, cioè, in quelle zone che un tempo furono territorio dei Catari, prima che venissero perseguitati dalla Chiesa come eretici. L'aura di fascino e di mistero avvolge ancora questi territori, e ben lo sanno i produttori di vino, che hanno scelto come logo per i loro vini un calice avvolto tra le spire di una vite, foggiata a mo' di serpente: un richiamo al simbolismo del Santo Graal ed al Serpent Rouge contenuto nei "Dossiers Secrets", pilastro fondamentale del mito plantardiano del Priorato di Sion.
La chiesa di Nôtre-Dame de Marceille sorge alla periferia del paese, circondata dai vigneti. La zona era stata abitata sin dal periodo paleolitico, e si ritiene che la chiesa stessa sia stata eretta su di un antico sito megalitico. Come spesso accade in questi casi, le origini della chiesa si perdono nella leggenda e sono strettamente legate alla Madonna Nera che in essa si conserva. Si tramanda, quindi, che un giorno un umile contadino era intento ad arare il proprio campo, quando all'improvviso i buoi che tiravano il suo aratro si fermarono bruscamente, irremovibili. Il contadino allora decise di scavare in quel punto, ed ecco che trovò al di sotto una statua della Madonna dalla carnagione scura. Dopo averla ripulita, il buon uomo portò la statua a casa sua, ma la notte stessa la statua sparì e fu ritrovata il mattino seguente nell'orto, nello stesso punto in cui era stata trovata. L'evento venne giudicato miracoloso ed interpretato come la ferma volontà della Madonna di un santuario e lei dedicato in quel punto. Fu così che nacque il primo nucleo della chiesa di Nôtre-Dame de Marceille.
L'interno della chiesa è di grande impatto visivo, e colpiscono soprattutto le 22 formelle colorate apposte sui muri laterali, decorate con motivi di grande interesse simbolico. All'interno si conservano anche alcuni pregiati dipinti, fra cui spicca una Tentazione di Sant'Antonio. L'attenzione del visitatore, comunque, è tutta guidata verso la cappella ove è posta la statua sorridente della Madonna Nera che, racchiusa in una grata dorata, appare ricoperta di abiti preziosamente ricamati. Alla fine di settembre dello stesso anno, degli ignoti vandali si sono introdotti nella chiesa ed hanno decapitato la statua, asportandone via, oltre alla testa, anche il mantello. Le indagini avviate subito dopo dalla gendarmerie francese non hanno dato nessun frutto.
Al di fuori della chiesa, una sorgente d'acqua ritenuta miracolosa sin dai tempi più antichi, riversa il suo rivolo argenteo in ogni periodo dell'anno, indipendentemente dall'abbondanza o meno delle precipitazioni. Henri Boudet scrive nel già citato "La Vraie Langue Celtique" che furono proprio questi poteri taumaturgici che diedero al luogo il suo toponimo. Si riteneva, infatti, che la fonte avesse il potere particolare di sanare le malattie degli occhi. Dall'unione del verbo celtico to mare, guastare, o danneggiare, e to seel (sil), chiudere, che darebbero il senso di occhi "danneggiati e chiusi" per una malattia, si avrebbe avuto il termine marsil che successivamente, dall'errata pronuncia marseel avrebbe dato origine al nome francese "Marceille". Indipendentemente dalla fondatezza o meno di questa teoria, è significativo osservare che una grande maggioranza di santuari mariani, specialmente quelli associati ad una Madonna Nera, sorgono vicino ad una fonte d'acqua dai poteri miracolosi. Dal punto di vista simbolico, non s'ignori che la "malattia agli occhi" e la sua guarigione rappresenta un simbolo del raggiungimento dell'illuminazione, ovvero il compimento del cammino iniziatico. A Nôtre-Dame de Marceille, l'edicola che circonda la fonte è sormontata da una lapide che riporta la seguente iscrizione latina:
MILLE MALI SPECIES VIRGO LEVAVIT AQUA
È stato fatto notare che la lettera "Q" di AQUA è di fatto costituita da una "P" specularmene rovesciata… forse un modo di alimentare ulteriormente il novero delle "stranezze" iconografiche di cui il mito di Rennes-le-Château pullula, tra "N" inverse e lettere errate, misteriosi crittogrammi e scritte indecifrabili…

Nessun commento:

Posta un commento