Un tempo dedicata a Santa Maria della pace, oggi questa chiesa di Benevento è consacrata a San Martini Cocktail, come si evince dal bicchiere intagliato sulla facciata di ingresso e dalle olive che sormontano i lucernari conici. Dotato di struttura reticolare per concerti e discoteche, vi si può quindi celebrare sia la messa cantata che quella in latino-americano. Si noti infine l'uso dei materiali secondo la sequenza materica neoromanica cor-ten/senza-ten che mette in evidenza le torri difensive anti astemi….
sabato 30 marzo 2019
La fine del sacro: chiese moderne orribili
Un tempo dedicata a Santa Maria della pace, oggi questa chiesa di Benevento è consacrata a San Martini Cocktail, come si evince dal bicchiere intagliato sulla facciata di ingresso e dalle olive che sormontano i lucernari conici. Dotato di struttura reticolare per concerti e discoteche, vi si può quindi celebrare sia la messa cantata che quella in latino-americano. Si noti infine l'uso dei materiali secondo la sequenza materica neoromanica cor-ten/senza-ten che mette in evidenza le torri difensive anti astemi….
Polvere di mummie come medicamenti
Daniele Banfi
QUEI CADAVERI UTILIZZATI PER FARNE MEDICINE
E' possibile curare un gran numero di disturbi utilizzando parti del corpo dei cadaveri? Certo che no. Eppure in un passato non troppo lontano - oggi questa cosa ci fa sorridere - i morti venivano correntemente usati per la preparazione di presunti farmaci. Un esempio? La polvere ottenuta dallo sbriciolamento delle ossa del cranio si credeva fosse utile nella trattamento delle malattie del cervello. E' questo il caso dei martiri di Otranto. I ricercatori dell'Università di Pisa, guidati dal professor Gino Fornaciari, hanno svelato il mistero del cranio con 16 fori presente tra le reliquie dei santi. Lo studio ha individuato le ragioni della trapanazione multipla incrociando le analisi sui resti con i testi di storia della medicina: le parti del cranio furono utilizzate per preparare farmaci utili contro le malattie del cervello.
Mistero risolto: buchi nel cranio per ottenere polvere d’osso
«Inizialmente -spiega la dottoressa Valentina Giuffra, una delle autrici dello studio- abbiamo preso in considerazione diverse ipotesi tutte però poco convincenti. Ad esempio una procedura per ricavare reliquie in forma di polvere d'osso non era plausibile, considerando le migliaia di ossa, appartenenti ai martiri che potevano essere facilmente prelevate. Diversi testi descrivono l'uso di polvere di cranio umano come ingrediente per la cura dell'epilessia e di altri disturbi per i quali non esisteva una spiegazione razionale». La testa era considerata la parte più importante del corpo umano, un capolavoro della creazione, depositaria di forze spirituali invisibili che si conserverebbero anche dopo la morte. Il cranio di Otranto rappresenta un'evidenza unica di trapanazione effettuata per ottenere polvere d'osso da usare come ingrediente in preparazioni terapeutiche. «Le lesioni -prosegue l'esperta- sono il risultato di una trapanazione multipla effettuata con uno strumento dotato di una grande punta arrotondata. Questo tipo di strumento non poteva produrre rondelle ossee ma solo polvere d'osso».
Mummie per qualsiasi farmaco: dalle pene d'amore alle paralisi
Una procedura curiosa, quella della preparazione del farmaco a partire dal cranio, che non rappresenta di certo una novità. A partire dal 1400 circa la medicina ufficiale utilizzava regolarmente parti del corpo dei morti per produrre "pozioni" curative. In particolare la "materia prima" più pregiata per la preparazione dei "farmaci" era la mummia dell'antico Egitto. Da alcuni scritti della fine del 1500, ad opera del medico Pier Andrea Mattioli, si evince che le popolazioni arabe attribuivano alle mummie molte virtù come la cura delle paralisi, dell'epilessia, dell'emicrania e di molti altri disturbi. Non solo, se l'estratto di mummia veniva aggiunto ad acqua e menta era possibile curare anche le delusioni amorose.
Il business delle false mummie
Anche se oggi stentiamo a credere a questa singolare procedura nel passato, la cieca fiducia nei rimedi prodotti dall'utilizzo dei cadaveri raggiunse una popolarità tale che in Egitto cominciarono gli arresti dei trafugatori di mummie. Non solo, vista l'estrema diffusione, anche in Europa iniziarono a fiorire i commerci di false mummie: invece che corpi provenienti da antiche sepolture si vendevano agli europei cadaveri disidratati e opportunamente preparati. Un commercio particolarmente fiorente in Francia dove i corpi degli impiccati venivano trafugati e rivenduti a prezzo salato, dopo opportuna preparazione, spacciandoli per vere mummie egizie. Fortunatamente con il passare dei secoli e l'avvento della medicina moderna la pratica di preparare farmaci utilizzando i cadaveri è andata scemando. L'ultima comparsa è datata 1911 a Vienna: a quel tempo era ancora possibile acquistare in farmacia estratti ottenuti da vere o presunte mummie.
CORREDI FUNERARI : “PANOPLIA” DI LANUVIO
Questo prestigioso corredo funebre, risalente agli inizi del V sec. a.C., fu rinvenuto casualmente a Lanuvio nel 1934 nella tomba di un giovane sepolto entro un sarcofago. L’assoluta unicità e preziosità degli oggetti di corredo ha creato non pochi problemi interpretativi agli studiosi, accentuati dalla precarietà iniziale dello scavo, spingendo talvolta questo straordinario complesso ai limiti della comprensione Ma recentissime scoperte archeologiche in ambito laziale permettono finalmente di attribuire con certezza l’appartenenza del giovane atleta alla stretta cerchia dell’aristocrazia lanuvina...
La tomba, che si data entro il primo quarto del V sec. a.C., è assai particolare perché ostenta eccezionalmente la presenza di un corredo funebre altrimenti proibito nel Lazio da severe leggi in vigore in tutti i centri latini da circa un secolo. Contrariamente a quanto avveniva nel Lazio già a partire dagli inizi del VI sec. a.C. attraverso norme che vietavano il lusso funerario e che proibivano tassativamente di depositare nelle tombe qualunque oggetto di corredo
Per questa ragione, gli oggetti della tomba lanuvina hanno trovato confronti solo con elementi provenienti esclusivamente da altri ambiti regionali, in particolare con l’area etrusca, soprattutto con Vulci, alimentando inevitabilmente il sospetto che l’individuo sepolto a Lanuvio non fosse albano o latino; si è pensato ad esempio ad un mercenario o comunque un individuo la cui estraneità alle comunità locali parrebbe confermata anche dall’isolamento della sua sepoltura rispetto alle necropoli lanuvine. In realtà, sarà proprio questo isolamento a connotare questo illustre personaggio come appartenente all’élite della fiorente città albana di Lanuvio.
Se davvero si tratta di una tomba a camera, come in apparenza tutto lascia sembrare, questa doveva essere piuttosto bassa, alta al massimo m. 1,50, a giudicare dalle misure riportate in un accurato rilievo edito (nel 1976) dal Galieti , nel quale vengono forniti anche i dati della formazione geologica e quindi dello strato di banco di tufo alto circa m. 1,70 rispetto al fondo della tomba; il banco tufaceo era a sua volta coperto da uno strato di argilla spesso almeno m. 1,30 . Rispetto al quadro noto offerto dalle tombe a camera laziali di questo periodo finora note, le anomalie di questo complesso sepolcrale sono evidenti e non si limitano alla presenza del tutto straordinaria del corredo funebre e dello stesso sarcofago..Questo particolare è assai importante poiché laddove è stato possibile scavare l’area circostante di queste tombe a camera, si è potuta accertare la presenza sistematica di una strada. Si tratta di strade arcaiche naturalmente, il cui piano rotabile è di norma collegato allo scivolo delle tombe a camera che costeggiano queste strade; questi corridoi inclinati sono scavati a cielo aperto e immettono nelle tombe arrestandosi dinanzi alla porta della camera, di norma chiusa da più blocchi lapidei; inoltre il piano rotabile delle strade in questione non si trova quasi mai a livello del piano di campagna, essendo strade incassate nel banco tufaceo e spesso questo piano rotabile si trova a notevole profondità. Ciò comporta che la rete stradale di età arcaica risulta notoriamente assai poco sviluppata rispetto ai periodi successivi, costituiva spesso, in particolare per lunghi tratti viari, un elemento di discontinuità territoriale, diventando essa stessa una linea di confine che separava le proprietà terriere; ciò si è potuto accertare in varie occasioni nelle quali le tombe a camera allineate su entrambi i lati della strada presentavano tra loro evidenti differenze tipologiche riferibili a nuclei famigliari distinti, osservate soprattutto presso l’incrocio di strade (compitum) dove il numero di tombe a camera di norma accresce notevolmente.Risulta quindi assai probabile che la tomba scoperta a Lanuvio non fosse affatto isolata e ubicata a caso da qualche parte, ma sicuramente essa venne posta a lato di una strada, assieme ad altre tombe a camera che furono impossibili da identificare in corso dello scavo successivo, non avendo scoperto e messo in luce la massicciata stradale da cui si origina il dromos. Ciò giustifica gli scavi infruttuosi effettuati nel corso del 1934 attorno alla tomba (ma non oltre lo scivolo, come si desume dalla foto), evidentemente finalizzati alla ricerca di altre tombe (probabilmente immaginate a fossa) pertinenti ad una ipotetica necropoli distribuita nel tradizionale modo areale.
In conclusione, è quasi certo che il giovane fu sepolto nel terreno di proprietà della sua gente e verrebbe in tal modo dimostrato che egli era un esponente di alto rango dell’aristocrazia lanuvina....
venerdì 29 marzo 2019
MERAVIGLIE ALBANE….
Roma- Villa Borghese, Sala Mariano Rossi pavimentata con i mosaici della villa di Vermicino
la villa di Vermicino si trovava all’estremità occidentale del territorio tuscolano, rivolta verso Roma. Essa divenne celebre per questi suoi mosaici ora conservati nel Salone d’Onore di Villa Borghese a Roma (Sala Mariano Rossi) .I mosaici decoravano il pavimento di una lussuosa villa romana, in particolare quello di un ambiente voltato che si sviluppava a ridosso del peristilio, denominato generalmente “criptoportico”. La villa – già nei secoli scorsi quasi scomparsa, della quale oggi non rimane praticamente nulla se non un quartiere fittamente popolato – si trovava nella zona di Vermicino, al confine del Comune di Frascati con Roma, in una località che ancora nell’800 prendeva il nome di Quarto della Giostra. I mosaici vennero rinvenuti casualmente, durante i lavori di scasso delle vigne, i quali purtroppo danneggiarono in parte quei preziosi decori pavimentali. Fu così che Francesco Borghese Aldobrandini incaricò Luigi Canina di provvedere al distacco dei mosaici, che vennero comunque in gran parte recuperati nel 1834. I vari riquadri figurati che decoravano il pavimento erano separati da disegni geometrici, in particolare da meandri, e la superficie si sviluppava lungo il cd. criptoportico per circa 24 metri in lunghezza e almeno 2,40 in larghezza.La villa di Vermicino , indicata con una freccia rossa nella planimetria che dista circa 3,2 km in linea d’aria da Frascati e oggi si trova presso la (moderna) via Tuscolana, il cui andamento ottocentesco viene evidenziato dalla serie di frecce bianche; la sicura collocazione topografica dell’edificio viene inoltre assicurata dalla presenza della via Cavona che ricalca un’antichissima strada romana, la Via Valeria, probabilmente lastricata da Valerio Messalla Corvino (il tracciato è quello della celebre via di transumanza, comunque ancora più antico, che risale all’età pre protostorica)….
la villa di Vermicino si trovava all’estremità occidentale del territorio tuscolano, rivolta verso Roma. Essa divenne celebre per questi suoi mosaici ora conservati nel Salone d’Onore di Villa Borghese a Roma (Sala Mariano Rossi) .I mosaici decoravano il pavimento di una lussuosa villa romana, in particolare quello di un ambiente voltato che si sviluppava a ridosso del peristilio, denominato generalmente “criptoportico”. La villa – già nei secoli scorsi quasi scomparsa, della quale oggi non rimane praticamente nulla se non un quartiere fittamente popolato – si trovava nella zona di Vermicino, al confine del Comune di Frascati con Roma, in una località che ancora nell’800 prendeva il nome di Quarto della Giostra. I mosaici vennero rinvenuti casualmente, durante i lavori di scasso delle vigne, i quali purtroppo danneggiarono in parte quei preziosi decori pavimentali. Fu così che Francesco Borghese Aldobrandini incaricò Luigi Canina di provvedere al distacco dei mosaici, che vennero comunque in gran parte recuperati nel 1834. I vari riquadri figurati che decoravano il pavimento erano separati da disegni geometrici, in particolare da meandri, e la superficie si sviluppava lungo il cd. criptoportico per circa 24 metri in lunghezza e almeno 2,40 in larghezza.La villa di Vermicino , indicata con una freccia rossa nella planimetria che dista circa 3,2 km in linea d’aria da Frascati e oggi si trova presso la (moderna) via Tuscolana, il cui andamento ottocentesco viene evidenziato dalla serie di frecce bianche; la sicura collocazione topografica dell’edificio viene inoltre assicurata dalla presenza della via Cavona che ricalca un’antichissima strada romana, la Via Valeria, probabilmente lastricata da Valerio Messalla Corvino (il tracciato è quello della celebre via di transumanza, comunque ancora più antico, che risale all’età pre protostorica)….
Istruzioni per praticare la prima magia!
Incipit - 7
La seconda esperienza consiste nel pronunciare di fronte ad una lampada accesa alcune parole: quando l'operatore modula il suo verbo con adeguata energia, la fiamma esce dal vetro della lampada e si protende nello spazio, avanza, arretra, cambia direzione a comando; finché si estingue producendo un sibilo molto forte e senza lasciare altre tracce
(Paul Sédir, Les Incantations)
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La seconda esperienza consiste nel pronunciare di fronte ad una lampada accesa alcune parole: quando l'operatore modula il suo verbo con adeguata energia, la fiamma esce dal vetro della lampada e si protende nello spazio, avanza, arretra, cambia direzione a comando; finché si estingue producendo un sibilo molto forte e senza lasciare altre tracce
(Paul Sédir, Les Incantations)
Siamo immersi in un momento storico di grandi rivoluzioni!
Il sistema
collasserà se ci rifiutiamo di comperare quello che vogliono vendere, le loro
idee, la loro versione della storia, le loro guerre, le loro armi, la loro
nozione di inevitabilità. Ricordatevi di questo: noi siamo molti e loro sono
pochi. Hanno bisogno di noi più di quanto ne abbiamo noi di loro. Un altro
mondo, non solo è possibile, ma sta arrivando. Nelle giornate calme lo sento
respirare.
Arundhati Roy
La concezione dell'inferno nella religione ebraica
L'ebraismo non ha un paradiso vero e proprio, nella tradizione ebraica ci sarebbe lo sheol una sorta di inferi (Limbo dei Padri o Seno di Abramo), questo perché era appunto tradizione che sarebbe stato il Messia ad aprire le porte del Paradiso, con il suo arrivo (deve ancora arrivare) in questo Seno di Abramo le anime dei Giusti non godono della visione beatificante, ma vivono comunque nell'attesa, da qui in alcuni ristretti ambienti antichi ebraici è previsto pregare per i morti. Le anime non giuste già assaporano la Geenaa o l'inferno, perchè comunque non potranno mai godere della visione di Dio
tuttavia oggi gli ebrei possono credere liberamente in materia dell'aldilà perché in molti ambienti l'attesa del Messia è un po' scemata
mentre invece i cristiani credono in Paradiso e Inferno ( i cattolici anche nel Purgatorio) dove il primo c'è visione beatificante, dove l'anima è nella piena gioia con Dio, mentre l'inferno è preclusione totale di questa visione
Il cristianesimo è una forma di platonismo popolare, ne coglie gli aspetti più facilmente divulgativi
Il Cristianesimo è una setta dell’ Ebraismo, in cui sono stati forzati i
concetti di Dio metafisico e anima, che sono in realtà concetti che
nascono dal padre della civiltà Europea: Platone.

Concetto di Anima
Nella bibbia viene usata la parola “anima”, ma non esiste la definizione, perché il concetto di “anima” non viene dalla bibbia ma dal Dialogo di Platone “Fedro”:
“ Prima di tutto dunque bisogna intendere la verità riguardo alla natura dell'anima divina e umana, considerando le sue condizioni e le sue opere. L'inizio della dimostrazione è il seguente…”.
In cui è presente un profondo trattato analitico:
"Ogni anima è immortale. Infatti ciò che sempre si muove è immortale, mentre ciò che muove altro e da altro è mosso termina la sua vita quando termina il suo movimento. Soltanto ciò che muove se stesso, dal momento che non lascia se stesso, non cessa mai di muoversi, ma è fonte e principio di movimento anche per tutte le altre cose dotate di movimento. Il principio però non è generato. Infatti è necessario che tutto ciò che nasce si generi da un principio, ma quest'ultimo non abbia origine da qualcosa, poiché se un principio nascesse da qualcosa non sarebbe più un principio. E poiché non è generato, è necessario che sia anche incorrotto; infatti, se un principio perisce, né esso nascerà da qualcosa né altra cosa da esso, dato che ogni cosa deve nascere da un principio. Così principio di movimento è ciò che muove se stesso..."
http://www.ousia.it/SitoOusia/SitoOusia/TestiDiFilosofia/TestiPDF/Platone/Fedro.pdf
Nella bibbia non solo non c'è la definizione di anima, ma viene scritto chiaramente che non c'è differenza tra l'uomo e la bestia come si può leggere in Ecclesiaste 3,19:
"Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa; come muoiono queste muoiono quelli; c'è un solo soffio vitale per tutti. Non esiste superiorità dell'uomo rispetto alle bestie, perché tutto è vanità."
Concetto di Anima
Nella bibbia viene usata la parola “anima”, ma non esiste la definizione, perché il concetto di “anima” non viene dalla bibbia ma dal Dialogo di Platone “Fedro”:
“ Prima di tutto dunque bisogna intendere la verità riguardo alla natura dell'anima divina e umana, considerando le sue condizioni e le sue opere. L'inizio della dimostrazione è il seguente…”.
In cui è presente un profondo trattato analitico:
"Ogni anima è immortale. Infatti ciò che sempre si muove è immortale, mentre ciò che muove altro e da altro è mosso termina la sua vita quando termina il suo movimento. Soltanto ciò che muove se stesso, dal momento che non lascia se stesso, non cessa mai di muoversi, ma è fonte e principio di movimento anche per tutte le altre cose dotate di movimento. Il principio però non è generato. Infatti è necessario che tutto ciò che nasce si generi da un principio, ma quest'ultimo non abbia origine da qualcosa, poiché se un principio nascesse da qualcosa non sarebbe più un principio. E poiché non è generato, è necessario che sia anche incorrotto; infatti, se un principio perisce, né esso nascerà da qualcosa né altra cosa da esso, dato che ogni cosa deve nascere da un principio. Così principio di movimento è ciò che muove se stesso..."
http://www.ousia.it/SitoOusia/SitoOusia/TestiDiFilosofia/TestiPDF/Platone/Fedro.pdf
Nella bibbia non solo non c'è la definizione di anima, ma viene scritto chiaramente che non c'è differenza tra l'uomo e la bestia come si può leggere in Ecclesiaste 3,19:
"Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa; come muoiono queste muoiono quelli; c'è un solo soffio vitale per tutti. Non esiste superiorità dell'uomo rispetto alle bestie, perché tutto è vanità."