Theodor Adorno, il tempo libero diventa tossico
Theodor Adorno
nacque a Francoforte nel 1903, in una famiglia colta e benestante. Suo
padre, un commerciante di vini, era di origine ebraica ma si convertì al
protestantesimo all'università. Fino all'età di circa vent'anni Adorno
pensava di intraprendere la carriera di compositore, ma alla fine si
concentrò sulla filosofia. Nel 1934 gli fu impedito, per motivi
"razziali", di insegnare in Germania. Perciò si trasferì ad Oxford e,
più tardi, a New York e poi a Los Angeles. Era nello stesso tempo
affascinato e disgustato dalla cultura dei consumi californiana, e
rifletté con insolita profondità sull'abbronzatura e sui drive-in.
Adorno aveva uno stretto rapporto con il pioneristico Istituto di
ricerca sociale, noto anche come Scuola di Francoforte, fondato e
finanziato dal suo amico Felix Weil. L'Istituto mirava a elaborare
un'interpretazione psicologica dei problemi creati dal capitalismo
moderno, soprattutto quelli riguardanti la cultura e la mentalità che
genera. Adorno ha attirato l'attenzione su tre specifiche modalità con
cui il capitalismo ci corromperebbe e ci degraderebbe:
1. Il tempo libero diventa tossico.
Adorno riteneva che un obiettivo fondamentale dei filosofi progressisti
dovesse essere lo studio dei pensieri e dei sentimenti delle classi
lavoratrici e medie dei paesi sviluppati e, in particolare, del modo in
cui passano le serate e i fine settimana. Adorno aveva un'idea molto
ambiziosa di quale dovesse essere lo scopo del tempo libero. Anziché un
modo per rilassarsi e distrarsi, il tempo libero dovrebbe essere la
nostra principale opportunità per espandere e sviluppare noi stessi, per
conquistare la nostra natura migliore e per acquisire gli strumenti con
cui cambiare la società. È il tempo in cui potremmo guardare film che
possano aiutarci a comprendere le nostre relazioni con nuova chiarezza o
leggere libri che ci diano intuizioni nuove sulla politica o ascoltare
musica che ci dia il coraggio di riformare noi stessi e la vita
collettiva. Ma, nel mondo moderno, secondo Adorno il tempo libero è
caduto nelle mani di una macchina dell'intrattenimento onnipresente e
profondamente maligna, che chiamò "industria culturale". I film moderni,
la tv, la radio, le riviste (e oggi i social media) agli occhi di
Adorno sembravano concepiti per renderci distratti, incapaci di
comprendere noi stessi e privi di volontà di modificare la realtà
politica. Le notizie, per esempio, ci danno in pasto un misto di
stupidaggini volgari e cronache politiche che confonde qualunque
possibilità di comprendere la prigione a cielo aperto in cui viviamo. Il
cinema ci mostra le avventure di un'invasione aliena, mentre le vere
calamità del nostro mondo vengono trascurate. La musica pop si concentra
senza tregua sulle emozioni dell'amore romantico, suggerendo che la
felicità possa arrivare soltanto dall'incontro con una persona molto
speciale, anziché sensibilizzarci sui piaceri della comunità e di
un'empatia umana più generale e diffusa. Vaghiamo in musei e gallerie
intimamente incerti sul loro vero significato e sul perché dovremmo
interessarcene. L'industria culturale ama tenerci in questo stato:
distratti, docili, confusi e leggermente intimiditi. Adorno definì
acutamente Walt Disney l'uomo più pericoloso degli Stati Uniti.
2. Il capitalismo non ci vende le cose di cui abbiamo veramente bisogno.
A causa della vasta gamma di beni di consumo disponibili nel
capitalismo moderno, tendiamo a credere che tutto ciò che potremmo
desiderare sia disponibile. L'unico problema (se ce n'è uno) è che non
possiamo permettercelo. Ma Adorno osservò che i nostri bisogni reali ci
vengono accuratamente occultati dall'industria capitalistica, in modo
che finiamo per dimenticare di che cosa abbiamo veramente bisogno e ci
accontentiamo invece di desideri fabbricati per noi da aziende che non
sono affatto interessate al nostro vero benessere. Anche se pensiamo di
vivere in un mondo di abbondanza, le cose di cui abbiamo veramente
bisogno per prosperare - tenerezza, comprensione, calma, intuizione,
comunità - sono tutte dolorosamente scarse e del tutto slegate
dall'economia attuale. Quando cercano di venderci qualcosa i
pubblicitari ci fanno vedere la cosa che vogliamo veramente e poi la
collegano a un'altra cosa di cui in realtà non abbiamo bisogno. Così,
possiamo vedere uno spot che mostra un gruppo di amici che camminano su
una spiaggia e chiacchierano amabilmente, o una famiglia che fa un
picnic in cui tutti ridono felici. Questi spot ci mostrano cose del
genere perché sanno che bramiamo la comunità e lo stare insieme. Ma
l'economia industriale preferisce farci stare soli e consumare. Alla
fine dello spot, quindi, saremo spinti a comprare un whisky di 25 anni o
una macchina così potente che non ci sarà mai una strada in cui sia
permesso guidarla alla velocità massima.
3. Ci sono protofascisti ovunque.
Adorno scriveva all'inizio dell'era dei questionari psicologici. Negli
Stati Uniti erano molto utilizzati per valutare gli atteggiamenti dei
consumatori e i comportamenti commerciali. Adorno era affascinato dal
concetto di base del questionario e quindi, con alcuni colleghi, si
dedicò all'elaborazione di un questionario di tipo molto diverso,
concepito per individuare i fascisti. Il questionario da lui elaborato
chiedeva agli intervistati di valutare il loro grado di accordo con
affermazioni come: "L'obbedienza e il rispetto per l'autorità sono le virtù più importanti che i bambini dovrebbero imparare", "Se la gente parlasse meno e lavorasse di più tutti starebbero meglio", "Quando una persona ha un problema o una preoccupazione, farebbe meglio a non pensarci e a tenersi occupata con cose più allegre".
Dati i traumi che la Germania aveva appena vissuto, non sorprende che
Adorno abbia dedicato al questionario, e a quella che chiamò "scala F" o
scala di fascismo, tanta attenzione. Il suo team mandò addirittura la
scala F a tutte le scuole della Germania Ovest. Ma una lezione
dell'applicazione più vasta che si può trarre da questo esperimento è la
psicologia che viene prima della politica. Molto prima di essere
razzista, omofoba o autoritaria, una persona, suggerì acutamente Adorno,
ha problemi psicologici di fragilità e immaturità che una buona società
ha il compito di imparare a individuare e affrontare. Anziché lasciare
che i problemi si inaspriscano tanto che alla fine non c'è modo di
gestirli se non con la forza, dovremmo imparare a comprendere la
psicologia della follia quotidiana sin dai primi momenti.
Adorno
è stato un pensatore di sinistra che ha riconosciuto che gli ostacoli
principali al progresso sociale sono culturali e psicologici e non
strettamente politici ed economici. Abbiamo già il denaro, le risorse,
il tempo e le capacità per fare in modo che tutti possano dormire in una
casa, smettano di distruggere il pianeta, abbiano un lavoro
soddisfacente e si sentano supportati dalla comunità. Perciò la ragione
per cui continuiamo a soffrire e a ferirci a vicenda è principalmente
che le nostre menti sono malate. Questa è la costante provocazione
offerta dal lavoro affascinante e serenamente furioso di Theodor Adorno.
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