Le Origini dell'Astrologia

I piu' antichi testi che trattano di astronomia e medicina sono i Veda,
ma probabilmente le origini dell'astrologia sono molto piu' remote,
poiche' in essi e' scritto che la conoscenza fu consegnata direttamente
dal Dio creatore Brahma a pochi uomini saggi (Rishi) che l'avrebbero
distribuita in successione diretta ai loro discepoli e nella sua purezza
si sarebbe tramandata oralmente per generazioni e generazioni.
La parola Veda deriva dalla radice vid-, vedere, visione, veggenza e nei
tempi antichi, nell'eta' dell'Oro, gli esseri umani piu' saggi erano
probabilmente in grado di conoscere la realta' in maniera diretta e
istantanea utilizzando le informazioni presenti nel campo morfogenetico,
forse comunicavano tra di loro grazie alla trasmissione del pensiero
attraverso l'etere e si narra che la sapienza universale fosse
conservata in un grande archivio conosciuto con il nome di Memorie
dell'Akasha, cui era possibile accedere attraverso il corpo astrale.
Con l'avvento dell'attuale era oscura (Kaliyuga) e con il diminuire dei
saggi e dei veggenti ad un certo punto gli uomini non furono piu' in
grado di aprirsi alla conoscenza diretta della realta' e per non
dimenticare divenne necessario imparare a scrivere, a leggere, ad avere
dei libri, dove registrare la conoscenza e cosi', circa 5000 anni fa,
tutto il sapere dell'umanita' venne trasposto nei Veda.
Purtroppo sembra che solo una minima parte della antica conoscenza sia
arrivata intatta fino a noi, e possiamo solo consolarci al pensiero che
non sia andata completamente distrutta, come e' accaduto in passato con i
vari incendi della biblioteca di Alessandria ad opera dei vari
conquistatori Romani, Cristiani, Musulmani...
Certamente con la perdita della connessione con la fonte e con la
comparsa della scrittura cio' che veniva scritto comincio' ad essere
piu' importante della realta', anzi si pote' iniziare la creazione di
una nuova realta', quella scritta sui libri, giustificandola come il
frutto di una rivelazione divina, e quindi verita' inconfutabile.
A seconda della verita' che occorreva dimostrare in un certo periodo
storico, molte informazioni potevano essere aggiunte, altre potevano
essere eliminate e distrutte per sempre.
Si comprende quindi l'importanza e la necessita' di riappropriarsi della
capacita' di percepire la realta' in maniera diretta, fenomenologica.
Separati dalla nostra capacita' di "vedere" la realta', costretti a
"studiare" , a "pensare", a "leggere" e a "scrivere" abbiamo dato troppa
importanza alla mente, abbiamo sviluppato la logica e la filosofia, ma
siamo diventati piu' eruditi che saggi e ci siamo allontanati da quella
sola e unica verita' con cui un tempo eravamo in contatto.
La parte dei Veda che si occupa di astronomia e astrologia e' chiamata
Jyotisha Vedanga, dove Yotish e' una parola sanscrita che significa
Scienza della Luce.
Dall'India, culla delle grandi civilta', la cultura dell'astronomia e
della astrologia si diffuse presso gli Assiri e i Babilonesi, presso gli
Egizi, i Greci e i Romani, quasi scomparve nel Medioevo, riemerse nel
Rinascimento, fu rinnegata dal 600 in poi (benche' Galileo stesso ne
facesse uso) e relegata infine e definitivamente a pratica magica e
superstiziosa nel 700.
Fu solo dalla fine dell'800, che pochi eletti, tra cui Omraam Mikhaël
Aïvanhov, Alice Bailey, Helena Petrovna Blavatsky, Rene' Gue'non, G. I.
Gurdjieff, Rudolf Steiner, Gustav Jung, compresero la grande importanza
della cultura orientale e iniziarono a riportare nell'occidente i semi
perduti della antica conoscenza dell'Ayurveda, dello Yoga e
dell'Astrologia.
Cosi' scrive nel 1925 il filosofo kantiano Ernst Cassirer "L'Astrologia
e' uno dei piu' grandiosi tentativi che mai siano stati osati dallo
spirito umano per fornire una rappresentazione simbolica globale del
mondo"
Paramhansa Yogananda nel suo celebre libro Autobiografia di uno Yogi del
1947 narra che il suo maestro spirituale, Swami Sri Yukteswar famoso
astrologo, era solito dire: "Un bambino nasce nel giorno e nell'ora in
cui i raggi celesti si trovano in matematica armonia con il suo karma
individuale. Il suo tema natale e' un autentico ritratto del suo
inalterabile passato e del suo probabile futuro. Ma questo certificato
di nascita puo' essere interpretato soltanto da uomini di grande
saggezza e intuizione; e questi sono pochi.
In Psicologia e Alchimia (1944) Jung scrive: "la scienza comincio' con
lo studio delle stelle, nelle quali l'umanita' scopri' le dominanti
dell'inconscio, gli Dei, cosi' come le bizzarre qualita' psicologiche
dello zodiaco, proiezione completa della caratterologia".
E ancora Jung, in una lettera del 6 settembre 1947 all'astrologo indiano
B. V. Raman scrive: «Nei casi di diagnosi psicologiche difficili di
solito faccio fare l'oroscopo per acquisire un ulteriore punto di vista
da una visuale completamente diversa. Debbo dire che molto spesso ho
trovato che i dati astrologici spiegavano certi punti che altrimenti
sarei stato incapace di capire»....
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