Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto, fu il primo imperatore di Roma, nipote e figlio adottivo dell’assassinato Giulio Cesare. La testa di Augusto, in marmo bianco alta 38 cm è conservata nella sezione ellenistico – romana del Museo Archeologico delle Marche ad Ancona.
Venne alla luce nel 1863 durante uno scavo effettuato al di sotto del palazzo Ferretti a 9 m di profondità. La testa riproduce il modello statuario dell’Augusto velato capite, che rappresenta l’imperatore nella sua veste di Pontifex maximus con la testa coperta da un lembo della toga. Questa carica gli dava il potere di ufficiare i sacrifici in nome di Giove e, quindi, oltre alla supremazia politica, gli conferiva anche quella religiosa.
L’influenza del mondo greco è ben visibile nel volto di Augusto che è privo di ogni sorta di sentimento e presenta uno sguardo perso nel vuoto (accentuato anche dalla mancanza di pupille, elemento che sarà aggiunto solamente nel 2° secolo d.C.): questi elementi elevano la spiritualità della figura considerata al di sopra degli uomini e ricercano armonia ed equilibrio nelle forme; la presenza di forze interiori avrebbero portato ad uno scompaginamento della figura. Si pensa che la testa di Augusto sia stata realizzata in una bottega romana e poi inviata ad Ancona, in quanto era consuetudine dell’ epoca inviare l’immagine dell’imperatore nelle provincie come simbolica presenza della massima autorità romana durante gli eventi più importanti.
La statua fu realizzata certamente dopo il 12 a.C., anno in cui Augusto fu per la prima volta investito della carica di Pontifex maximus. Tuttavia alcuni caratteri del volto, che rappresentano l’imperatore in età matura, segnato da rughe naso-labiali piuttosto evidenti e con le guance un po’ incavate, orientano la datazione verso la fine del suo principato (14 d.C.).
Gianluca Mengarelli, Itis Volterra Elia
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